Università
della
Svizzera
italiana
Accademia
di
architettura

Tokyo, Giappone

La città, nella sua smisurata estensione, accoglie al suo interno una serie di discontinuità e di contraddizioni urbane, frutto di continui mutamenti: dal dopoguerra ad oggi, Tokyo infatti è stata il teatro di un continuo fenomeno di inurbamento e di densificazione, imponendo anche drastici cambiamenti allo stile di vita degli abitanti. Sin dagli anni 50, infatti, per rispondere alla crescente domanda di abitazioni di nuovi lavoratori, immigrati in città da tutto il paese, si diede avvio ad un vasto programma di edilizia popolare.
Questi complessi, che prendono il nome di Danchi erano spesso legati a grandi industrie ed avevano l’ambizione di mostrarsi come moderni “villaggi”.
Dopo 60 anni, questi grandi quartieri sono ormai deteriorati e subiscono un continuo costante spopolamento. Nonostante la “comunità” cresciuta in questi luoghi rappresenti uno dei fenomeni più importanti della cultura popolare giapponese, i Danchi costituiscono oggi aree depresse e spesso problematiche. Un fenomeno, quello dell’abbandono delle vecchie dimore, in costante aumento (spesso legato agli eccessivi costi di manutenzione o di ristrutturazione delle abitazioni) che mal si coniuga con la fiorente speculazione edilizia.
Una realtà contraddittoria e difficilmente contrastabile, che però mostra, in tutta la sua evidenza, la necessità e l’urgenza di una soluzione.



Progetti
Project 1 Project 2 Project 3 Project 4 Project 5 Project 6 Project 7 Project 8 Project 9 Project 10 Project 11 Project 12 Project 13 Project 14

1
Kita-Aoyama San-chome
Shigaichi Jutaku
Pan Hui

L’area di progetto si colloca lungo una delle arterie viarie del centro di Tokyo: l’elevato valore del terreno e la posizione strategica, hanno portato in pochi anni ad un totale rimodellamento del fronte stradale. Edifici alti e grattacieli, prevalentemente uffici e shopping mall, si alternano ad edifici residenziali bassi e a piccole manifatture, ultimi retaggi di una situazione urbana ormai mutata.
L’area di progetto si trova proprio lungo questa linea, a cavallo tra la strada principale ed un quartiere di edilizia popolare gestito dal comune di Tokyo. Come spesso accade nella città, le costruzioni alte si addensano lungo le grandi direttrici e celano alle loro spalle un tessuto più minuto e compatto di case di due o tre piani. Un limite chiaro, netto, che lascia al visitatore la sensazione di due realtà accostate, ma inevitabilmente distaccate.
Il progetto si innesta su questo limite, ponendosi non più come frontiera invalicabile, bensì come luogo di passaggio e di incontro. L’ambizione del progetto è inoltre quella di evitare che la strada si spogli definitivamente di quel tessuto di abitazioni senza il quale resterebbe una mera zonizzazione funzionale. Il piano terra, infatti, è una grande tettoia ed un naturale, immediato passaggio tra la strada ed il quartiere retrostante; qui si trovano gli ingressi agli appartamenti, concentrati razionalmente sui due lati prossimi agli edifici adiacenti, e la scala mobile, unico evento architettonico che anima il passaggio e che conduce al piano d’ingresso dello shopping mall. Lo shopping si articola in una sequenza verticale di piattaforme libere da elementi strutturali e connesse da scale mobili: queste si alternano alle abitazioni, disposte ritmicamente a sud est, con affaccio sulla strada, e a nord ovest, con affaccio sulla città. Varie sono le tipologie proposte, per rispondere concretamente alle esigenze economiche e ai diversi orientamenti: piccoli bilocali, si alternano a stretti e alti duplex sul lato nord ovest, mentre appartamenti più generosi caratterizzano la facciata sulla strada. Abitazioni e shopping convivono nello stesso edificio, non escludendosi reciprocamente, ma cercando piuttosto un dialogo visivo ed una costante relazione spaziale: resta comunque garantita l’autonomia dei percorsi tra le due funzioni. Gli spazi commerciali e gli spazi abitativi trovano poi una naturale connessione nella sequenza di cafè, bookshop, palestre e spazi dedicati ad i bambini che si ripetono regolarmente per tutta l’altezza dell’edificio, terminando in un suggestivo ristorante panoramico.

site area 1849 m²
housing units 40 appartamenti
16 studios
18 duplex
abitanti 190
densità 0.1 abitante/m²
programma housing
shopping mall




2
Takahatadai Danchi
Darragh Farrell

L’area di progetto è una sottile striscia di terreno, stretta tra un danchi che copre un’ampia porzione della collina ed un quartiere denso di piccole case alte due o tre piani. L’area, dolcemente disposta lungo un facile pendio, rappresenta un naturale filtro tra la realtà del danchi e quella dei quartieri esistenti. Il quartiere di edilizia popolare, si articola in una sequenza di semicerchi che si affacciano sulla città, sfruttando la naturale pendenza del terreno e che racchiudono gruppi di edifici disposti liberamente che si affacciano sulla riserva naturale che occupa la sommità della collina. La qualità del verde e la varietà di spazi comuni, fanno di questo danchi un luogo tranquillo e riparato che, a dispetto dell’architettura monotona e ripetitiva, offre all’abitante un ambiente di vita piacevole.
Il progetto si propone di dialogare apertamente con i quartieri limitrofi, cercando di rafforzarne le qualità e, al contempo, di colmarne alcune lacune. Lungo l’asse principale del sito, viene organizzata una strada pedonale che, seguendo le irregolarità del lotto, si allunga per circa 400m e collega una sequenza di tre edifici pubblici, il più grande dei quali si pone centralmente rispetto ai quattro grandi quartieri che compongono il contesto dell’intervento: spazi commerciali, spazi comuni e luoghi deputati ai bambini animano l’asse pedonale sul quale si dispongono con regolarità quindici torri a pianta quadrata alte cinque piani. Le auto restano lungo il perimetro, dove una serie di sentieri conduce al nuovo quartiere, allungandosi poi nei quartieri limitrofi e dando vita così ad una rete di percorsi pedonali condivisi. Tutt’intorno viene proposto un rimboschimento intensivo per creare un filtro vegetale che funga anche da sfondo alle nuove costruzioni.

site area 24'000 m²
housing units 180 appartamenti
abitanti 760
densità 0.03 abitante/m²
programma housing
park
shopping mall
communal centre
public facilities




3
Kitasuna Go-chome Danchi
Yoko Niwa

L’area di progetto è composta da grandi edifici residenziali, costruiti sul finire degli anni settanta. Questi volumi alti, parte di un importante complesso residenziale, si stagliano sopra il tessuto di case base che compone i quartieri limitrofi. Tra gli edifici, grandi aree vuote: spazi intesi più come necessaria distanza che opportunità di incontro e di socialità. Un piccolo parco, memoria di una vecchia importante fabbrica, copre buona parte dell’area orientale e rappresenta un’interessante preesistenza.
Il progetto cerca di ridefinire il contesto dell’attuale quartiere, manipolando sia gli spazi pubblici sia gli edifici che lo compongono. Una serie di rampe portano ad una sequenza sovrapposta di passerelle che compongono un percorso circolare che connette tutti i vari edifici e definisce con chiarezza un grande spazio centrale pubblico, nel quale resta inserito uno dei volumi: questo, svuotato dalla sua funzione residenziale, e riportato alla sola struttura, diviene un edificio pubblico, dove si trovano la nuova biblioteca di quartiere, attività sportive, spazi collettivi. L’edificio, nella sua nuova posizione, assume una connotazione decisamente pubblica che travalica il suo originario aspetto residenziale.
Nuove torri esagonali fungono da cardini indispensabili tra gli edifici e le passerelle e contengono, oltre alle risalite verticali e agli ascensori, anche una serie di piccoli spazi collettivi. I vecchi edifici vengono svuotati in parte per permettere una illuminazione naturale dei corridoi centrali: logge a doppia altezza permettono di accedere direttamente agli appartamenti al piano e ridefiniscono la partitura di facciata, non più caratterizzata soltanto dalla successione ossessiva dei balconi.

site area 122'500 m²
programma percorsi pedonali
biblioteca
attività sportive
spazi collettivi



4
Townhouse Suwa
Mitsuyoshi Shingu

Il quartiere, alla estrema periferia della città di Tokyo, rappresenta un piccolo esempio di città giardino, dove case familiari di due o tre piani di altezza si accostano le une alle altre formando piccoli gruppi omogenei di case. Le abitazioni rispecchiano uno stile di vita votato al culto della privacy, che si concretizza in un rapporto quasi del tutto assente con il contesto circostante. Gli ingressi alle abitazioni infatti sono posti sul retro, e per raggiungere le proprie case, si percorre un percorso interno, lontano dalle strade di quartiere. Nonostante l’atmosfera piacevole e rilassata, il quartiere soffre di un lento costante spopolamento, condizionato dall’età dei proprietari, dalla estrema lontananza dal centro storico e dalla mancanza di interesse delle nuove generazioni per queste abitazioni.
Il progetto cerca, attraverso una oculata ridefinizione degli spazi esterni delle abitazioni, di modificare radicalmente il rapporto tra spazio pubblico e privato: viene infatti ripensato totalmente il percorso di avvicinamento all’abitazione. Non più affacciato sul giardino comune retrostante, l’ingresso delle case fronteggia la strada principale ed il marciapiede: su di essi, si apre uno spazio coperto, una prima stanza aperta e coperta, vera e propria estensione dell’attuale abitazione. Un percorso di piattaforme, rappresenta poi l’avvicinamento e l’arrivo alla dimora di cui viene modificato solamente l’ingresso. Il giardino comune che prima accoglieva gli ingressi, diventa un luogo di ritrovo. Senza un vero e proprio percorso che lo separi in varie proprietà, il giardino diviene un luogo comunitario, dove sono poche superfici minerali restano come tappeti adagiati sulla vegetazione. L’abitazione diviene così una sequenza spaziale ricca e varia, in cui esiste una continua e mutevole relazione con l’ambiente circostante.

site area 12'240 m²
programma spazio pubblico
spazio collettivo
trasformazione dell’esistente




5
Shinonome Canal Court
CODAN
Shun Hayasaka

Shinonome Danchi, è uno dei più recenti esempi di edilizia convenzionata nella città di Tokyo. Terminato nel 2003, il danchi rappresenta una ricca collezione di progetti di architetti di fama mondiale. A dispetto delle intenzioni assolutamente positive di creare un piano sopraelevato pedonale che unificasse tutti i vari interventi, la situazione attuale mostra come questo spazio sia quasi del tutto inutilizzato. Inoltre, la strada commerciale pedonale che si snoda con una lunga esse attraverso il quartiere resta uno spazio piuttosto introverso e non riesce nell’intento programmatico di portare persone all’interno del quartiere. A complicare ulteriormente la situazione attuale, resta una incomprensibile lettura degli spazi laterali di accesso alla strada che, pur proseguendo idealmente tra le torri che circondano il quartiere, restano isolati da questi ultimi a causa di un sistema di barriere di sicurezza.
Il progetto propone una radicale rilettura del sistema viario e pedonale: l’eccessiva pedonalizzazione delle aree più interne del danchi e la mancanza di vere connessioni con i quartieri circostanti hanno rappresentato due delle principali preoccupazioni. La lunga esse diviene una strada carrabile a senso unico, mentre l’anello che circondava, dividendolo dal resto del tessuto urbano, il quartiere viene eliminato in favore di una serie di spazi verdi condivisi tra le varie porzioni del danchi e le torri circostanti. Si allungano poi le strade che si ricollegano ai tracciati viari esistenti; infine, si ridefinisce la passeggiata lungo il canale che diventa il finale di questa nuova sistemazione. Lungo gli snodi principali si situano, in posizione strategica, piccoli negozi, caffetterie ed altri spazi aperti al pubblico, con il preciso intento di rafforzare le potenzialità di utilizzo degli spazi pubblici.

site area 68'400 m²
programma spazio pubblico
spazio collettivo
nuova viabilità



6
Ojima Yon-chome Danchi
Eri Nakamura

L’area di Ojima è uno dei danchi più densamente popolati della città; la sua costruzione inizia intorno al 1965 e fa parte di un ampio piano di recupero e rivitalizzazione di aree industriali dismesse. Gli edifici emergono con forza nel tessuto di case basse e di piccoli capannoni industriali ed artigianali ancora presenti soprattutto lungo il canale. Alti 15 piani, sono disposti lungo l’asse nord sud e seguono disposizioni e precetti dell’architettura funzionalista: una lunga corte sottile, sulla quale si affacciano i ballatoi ed i sistemi di risalita, offre luce ed aria al corpo di fabbrica altrimenti troppo profondo. La possente struttura in calcestruzzo di travi e pilastri ospita una sequenza di appartamenti di piccoli e medie dimensioni. Tale tipologia trova riscontro in altre parti della città; in un’epoca in cui l’esigenza e la necessità di alloggi erano la prima preoccupazione, l’efficienza di questa tipologia offriva una risposta immediata.
Il progetto si propone di aprire una nuova strada nel riuso di questi edifici, esulando in prima istanza dal contesto circostante: l’edificio analizzato vuole essere infatti un possibile prototipo per il recupero di questa particolare tipologia edilizia. Salvaguardando la struttura esistente si interviene sulle murature non portanti e sulla carpenteria, si ripensa il piano terra che ospita piccoli negozi di quartiere, parcheggi per bici, meeting room ed un asilo, attività comunitarie indispensabili alla vita di quartiere; si rinnova la circolazione interna dell’edificio, affiancando alla struttura esistente, una struttura composta di travi e pilastri che accoglie terrazze private e ballatoi di circolazione. Ampie terrazze comuni alleggeriscono il corpo di fabbrica, rendendo l’edificio più permeabile ed offrendo l’occasione per connessioni orizzontali tra le varie terrazze a diverse quote; un nuovo sistema di ascensori e di scale alimenta la struttura, che abbandona il suo aspetto chiuso e prettamente residenziale, per accogliere, oltre alle residenze, piccoli uffici, atelier, spazi comuni che offrano una nuova possibile scena di vita.

site area 7'800 m²
housing units 468 appartamenti 2 stanze
52 appartamenti 3 stanze
abitanti 1'612
densità 0.2 abitante/m²
programma spazio pubblico
spazio collettivo
trasformazione dell’esistente



7
Fujimidai Danchi
Takuya Ito

Fujimidai Danchi rappresenta un caso tipico di pianificazione di abitazioni sociali a Tokyo. Orientati longitudinalmente secondo l’asse est ovest, offrono la massima esposizione a sud mentre concentrano servizi e circolazione sul lato nord. Ampie fasce di verde pubblico dividono i vari edifici e fungono da distanziatori per la privacy, mentre una sequenza lineare di strade carrabili conduce agli ingressi e ai parcheggi per le bici e le auto; gli appartamenti al piano terra sono rialzati dal livello stradale. Il quartiere, nella sua assoluta anonimità, offre l’occasione per uno studio sul senso dello spazio pubblico e comune.
Il progetto propone una possibile rivalutazione di quelle aree non costruite che sono sempre più rare e preziose all’interno di un tessuto urbano congestionato: lo spazio verde infatti, anche se curato, rappresenta, al momento attuale, un luogo non abitato dagli abitanti del quartiere. Il progetto si propone di ripensare l’intero attacco a terra degli edifici e la relazione con il verde: si esclude la circolazione veicolare all’interno del quartiere, creando un piano sopraelevato rispetto al livello stradale, raggiungibile attraverso scale e rampe, dedicato a bici e pedoni. Questi percorsi di dimensioni variabili definiscono una serie di vasche in cui il verde viene suddiviso tra i vari abitanti del quartiere, così che ogni edificio abbia a disposizione piccoli giardini privati e spazi comuni dedicati. Tutti gli appartamenti al piano terra, dedicati in prevalenza alle persone anziane, godono di uno spazio verde più generoso. Al centro del quartiere viene disegnato un grande spazio pubblico rettangolare; tutti gli alberi esistenti vengono inoltre preservati ed integrati con una nuova alberatura lungo i bordi settentrionali e meridionali del quartiere.

site area 27'520 m²
programma spazio pubblico
spazio collettivo
trasformazione dell’esistente



8
Kohoku Roku-chome Danchi
Alice Francesconi

Kohoku Danchi rappresenta un quartiere a vocazione prettamente residenziale, con edifici orientati quasi perfettamente in direzione nord sud e protetti dal rumore della strada principale e della ferrovia sopraelevata da un lungo edificio che si pone a barriera correndo parallelamente alle direttrici del traffico e ritirandosi all’altezza dell’angolo nord orientale del quartiere per accogliere alcuni piccoli negozi. Un’area centrale verde affiancata da un piccolo centro comunitario, rappresenta il centro dell’intervento, mentre una serie di strade di quartiere orientate in direzione est ovest definiscono una sequenza ripetitiva di accessi, parcheggi ed aree verdi usate come mero filtro di divisione tra gli edifici.
Il progetto offre una radicale rilettura dello spazio pubblico proponendo una sostanziale lottizzazione e privatizzazione dell’intero quartiere: partendo da alcuni piccoli orti urbani presenti nel sito e nelle aree limitrofe, si suddivide l’intera area in piccoli lotti da affidare o vendere non soltanto agli abitanti del quartiere, ma a tutti coloro che desiderano avere un piccolo spazio verde in città. Non viene prescritta alcuna attività all’interno dei singoli lotti, così che il paesaggio risulta assolutamente vario e mutevole. Si instaurano così nuove unità di vicinato, un microcosmo ricco e variegato, affidato ad individui, ma mosso da un fondamentale desiderio di comunità. L’intero quartiere viene perciò riorganizzato attraverso una rete di percorsi pedonali principali e secondari che dà accesso ai lotti e agli edifici; lungo le principali direttrici nord sud, al centro dell’area, viene inserita una grande tettoia che funge da mercato locale e da possibile luogo di ritrovo. Viene inoltre ripensato l’intero lato orientale del quartiere, inserendo un edificio basso di un piano di altezza che accoglie i parcheggi e ridefinisce il fronte stradale con una sequenza di piccoli negozi ed un nuovo accesso alla ferrovia sopraelevata.

site area 66'270 m²
programma spazio pubblico
mercato
parcheggio
negozi
trasformazione dell’esistente



9
Kibakoen Miyoshi Jutaku
Camilla Moresi

Kibakoen Miyoshi Jutaku rappresenta uno dei progetti di housing sociale più apprezzati ed meglio integrati nella città di Tokyo. Iniziato nel 1969 su progetto dell’architetto Kunio Maekawa, il complesso si articola in una sequenza organica in cui particolare cura viene spesa nell’organizzazione degli spazi comuni: passaggi stretti e ben curati si allargano in piccole corti dove si respira un’atmosfera domestica e serena. Il tutto, circondato da edifici di quattro piani di altezza, arricchiti da logge e piccole terrazze. Il quartiere nasce all’interno di un isolato e al carattere unitario dell’intervento si contrappone una cintura di piccoli edifici di edilizia privata che circondano l’intervento.
Lungo questo margine, a cavallo tra la strada ed il complesso esistente, si propone un piccolo intervento con l’intento di offrire una nuova definizione del lato orientale dell’isolato. Stretto e lungo, con una esile costruzione in legno, l’edificio si allunga parallelamente alla strada e definisce con gli edifici esistenti una nuova corte: si lega al quartiere attraverso un ponte che sfrutta le scale esistenti per dare accesso ai piani superiori e diviene una porta di accesso alla nuova corte, mantenendo il carattere privato e piuttosto introverso del quartiere. L’edificio ospita abitazioni per anziani e per giovani famiglie al piano terra, con piccole zone di giardino disposte lungo il percorso che distanzia gli edifici esistenti dal nuovo; gli altri piani ospitano invece una tipologia di co-housing aperta a giovani, studenti e persone sole. Il progetto, affiancando allo spazio minimo della camera un articolato spazio comune, vuole ricercare una complessità spaziale ed esperienziale che sappia garantire, anche negli spazi condivisi, la necessaria intimità e riservatezza.

site area 66'270 m²
housing units 8 appartamenti
24 stanze co-housing
abitanti 48
densità 0.32 abitante/m²
programma housing
co-housing




10
Toshima Go-chome Danchi
Charlotte Nierlé

Toshima Go-chome Danchi, con le sue 5000 unità, rappresenta uno dei più grandi e densi abitati costruiti dall’amministrazione cittadina. Grandi edifici di 15 piani di altezza sono disposti longitudinalmente lungo l’asse nord sud e sono distanziati da generose aree vuote ormai occupate in prevalenza da parcheggi ad uno o più piani. Ai lunghi edifici con corte centrale si affiancano edifici a V che completano in maniera piuttosto casuale il lotto che si affaccia sull’ansa del fiume.
Il progetto vuole offrire una lettura dell’area in più fasi proponendo una controllata e pianificata integrazione del tessuto esistente con uno nuovo, più basso e con una grana più minuta, ipotizzandone una progressiva sostituzione. La continua diminuzione della popolazione cittadina permette di ragionare su di una possibile riduzione del patrimonio architettonico costituito dai grandi edifici collettivi costruiti a cavallo tra gli anni 60 e 70: inoltre, la ciclica demolizione che interessa l’intero patrimonio edilizio cittadino, dovuto essenzialmente alle condizioni estreme che spesso la città deve fronteggiare, permettono di ipotizzare una pianificazione graduale, composta da edifici collettivi di media altezza e da unità residenziali singole di due o tre piani. Il nuovo tessuto preserva le direttrici esistenti e le integra con una serie di percorsi pedonali e carrabili che arricchiscono con piccoli spazi collettivi il nuovo edificato: i bordi esterni dell’intervento insieme ad un asse verde centrale che si allunga in direzione est-ovest, rappresentano i luoghi dove si concentrano gli edifici pubblici e commerciali, mentre un lungo e sottile parco lineare disegna l’argine del fiume.

site area 194'068 m²
housing units 3'030
abitanti 12'120
densità 0.06 abitante/m²
programma spazio pubblico
housing
parcheggio
negozi
public facilities




11
Takashimadaira Danchi
Giulia Rapizza

Toshima Go-chome Danchi, con le sue 5000 unità, rappresenta uno dei più grandi e densi abitati costruiti dall’amministrazione cittadina. Grandi edifici di 15 piani di altezza sono disposti longitudinalmente lungo l’asse nord sud e sono distanziati da generose aree vuote ormai occupate in prevalenza da parcheggi ad uno o più piani. Ai lunghi edifici con corte centrale si affiancano edifici a V che completano in maniera piuttosto casuale il lotto che si affaccia sull’ansa del fiume.
Il progetto vuole offrire una lettura dell’area in più fasi proponendo una controllata e pianificata integrazione del tessuto esistente con uno nuovo, più basso e con una grana più minuta, ipotizzandone una progressiva sostituzione. La continua diminuzione della popolazione cittadina permette di ragionare su di una possibile riduzione del patrimonio architettonico costituito dai grandi edifici collettivi costruiti a cavallo tra gli anni 60 e 70: inoltre, la ciclica demolizione che interessa l’intero patrimonio edilizio cittadino, dovuto essenzialmente alle condizioni estreme che spesso la città deve fronteggiare, permettono di ipotizzare una pianificazione graduale, composta da edifici collettivi di media altezza e da unità residenziali singole di due o tre piani. Il nuovo tessuto preserva le direttrici esistenti e le integra con una serie di percorsi pedonali e carrabili che arricchiscono con piccoli spazi collettivi il nuovo edificato: i bordi esterni dell’intervento insieme ad un asse verde centrale che si allunga in direzione est-ovest, rappresentano i luoghi dove si concentrano gli edifici pubblici e commerciali, mentre un lungo e sottile parco lineare disegna l’argine del fiume.

site area 364'100 m²
18770 m² (costruito)
programma spazio pubblico
parco
2304 parcheggi
negozi




12
Akabanedai Danchi
Laura Micheli

Il quartiere di Akabanedai risale agli anni sessanta; è situato su di un’altura che forma una sorta di acropoli. Occupata fino agli anni cinquanta da una fabbrica di vestiti, l’area si estende da nord-est fino a sud-ovest, dalla linea ferroviaria fino ad un ampia area occupata da infrastrutture sportive ed edifici alti. Gli edifici degli anni sessanta sono stati progressivamente sostituiti da complessi residenziali imponenti che si articolano intorno a grandi corti che ospitano i parcheggi, strutture di uno o due piani.
Il progetto vuole proporre uno sviluppo alternativo a quello realizzato, cercando un equilibrio tra densità abitativa, spazio costruito e spazi collettivi e che possa fornire una risposta sostenibile ed economicamente credibile. Si propone una pianificazione in cui si definiscono dimensioni dei lotti, possibile occupazione e dimensioni massime degli edifici, delegando ai singoli la progettazione: l’intento è quello di proporre la costruzione di un vero pezzo di città, dove si instaurano relazioni complesse tra le parti. Si abbandona la separazione e la concentrazione delle funzioni in specifiche aree destinate, in favore di un tessuto più minuto e composito che accolga al suo interno molteplici possibilità di utilizzo, dal residenziale al commerciale, dall’asilo di quartiere all’ufficio privato. Si individuano due tipologie aggregative fondamentali che si articolano intorno ad una piccola piazza la quale rappresenta l’unità minima di vicinato su cui si affacciano tutti gli edifici e che si connette a girandola alle altre piazze attraverso un sistema di percorsi pedonali e ciclabili. Una serie di parcheggi meccanizzati garantisce a tutti gli appartamenti un proprio posto auto; a questi si affiancano parcheggi a raso per ospiti ed un sistema di fermate di autobus che serve l’intero quartiere. Lungo il confine meridionale del sito, là dove l’acropoli termina, il progetto ipotizza un lungo parco lineare: una passeggiata su cui si affacciano alcune infrastrutture sportive e che connette con naturalezza il sito ai quartieri limitrofi.

site area 245'700 m²
housing units 5'100
abitanti 20'400
densità 0.08 abitante/m²
programma spazio pubblico
housing
parcheggi
negozi
public facilities



13
Mogusa Danchi
Simona Magnoni

Mogusa Danchi si allunga lungo un pendio che degrada da ovest verso est: la topografia ha caratterizzato inevitabilmente lo sviluppo del quartiere e le tipologie insediative introdotte. I lunghi edifici sono sezionati in piccoli blocchi separati dai corpi scale che servono due appartamenti per piano: questa frammentazione permette agli edifici di assecondare il terreno per mezzo di una serie di gradoni. Lungo l’asse centrale che si allunga in direzione nord sud, si snoda un lungo viale, attualmente poco frequentato, lungo il quale si affacciano piccole aree dedicate al gioco e sporadiche aree di sosta. Luogo vitale resta il centro commerciale, posto al centro del sito, che rappresenta l’unico vero spazio aggregativo dell’intero quartiere.
Il progetto mira a rivalutare l’intero asse nord sud, proponendo la definizione di una spina dorsale in grado di rappresentare una nuova centralità per il quartiere. Senza l’aggiunta di strade carrabili e con un’accurata lettura del sito, il progetto riesce a concentrare lungo il perimetro parcheggi ed accessi agli edifici esistenti, liberando così l’intero spazio centrale che diviene così un parco lineare in grado di accogliere molteplici attività sportive e pubbliche: un mercato, una biblioteca, un piccolo teatro di quartiere, una stazione degli autobus vanno ad arricchire lo spazio verde. Tutti gli edifici sono facilmente raggiungibili sia dalla parte bassa sia dalla parte alta del sito: un sistema di passerelle e rampe ricuce le due parti del quartiere collegando con naturalezza alcuni punti strategici. Il parco è un ambiente ricco, dove edifici pubblici, connessioni verticali ed aree sportive scandiscono il percorso che dall’università a sud dell’area porta fino alla scuola che conclude a nord il quartiere.

site area 381'400 m²
programma spazio pubblico
parco
stazione autobus
negozi
biblioteca
public facilities



14
Harumi Danchi
Sofia Albrigo

Il progetto sorge in un’area del porto che sta subendo profondi cambiamenti: l’intera isola, infatti, ha visto sin dal 2001 la demolizione di buona parte degli edifici esistenti (tra cui uno dei più interessanti edifici di social housing costruito da Kunio Maekawa) rimpiazzati da torri di uffici e da nuove costruzioni alte. A completare la trasformazione verranno aggiunti nuovi edifici che ospiteranno parte del Campus dei giochi olimpici del 2020. I grandi edifici che circondano l’area poggiano su di un basamento che ospita i parcheggi e sono connessi tra loro per mezzo di ponti: si crea così un piano terra sopraelevato accessibile al pubblico.
Il progetto occupa un’area che si affaccia sulla strada principale, in un lotto che si lega facilmente ai grandi complessi circostanti. Il progetto indaga le potenzialità dell’edificio a corte, esplorando il confine tra pubblico e privato, tra introverso ed estroverso: attraverso delle scalinate si accede al piano terra, rialzato di 1.5m rispetto al livello stradale. Tale spazio, inteso più come luogo di passaggio che come luogo di sosta, come una grande hall di una stazione, ospita attività pubbliche e commerciali: su di esso si affaccia un primo livello che raggiunge la quota delle piattaforme circostanti che ospita negozi ed attività commerciali. Da secondo piano in poi, un sottile muro abitato offre all’abitante la possibilità di vivere sospeso tra la realtà cittadina e quella della corte: un luogo questo abitato dalle strutture che ospitano scale, ascensori e piccoli locali atti ad accogliere uffici, atelier, distributori automatici e lavanderie. A tali strutture si agganciano le passerelle che conducono alle logge di accesso. Le passerelle, volutamente distanti dalla facciata dell’edificio, offrono una possibile lettura dell’edificio a ballatoio, eliminando la classica distinzione tra zone serventi e zone servite.

site area 9'100 m²
housing units 360
abitanti 1'440
densità 0.15 abitante/m²
programma housing
parcheggi
spazio pubblico
negozi





Programma

Nove studenti dell'Accademia di architettura di Mendrisio e cinque studenti del Tokyo Institute of Technology (TIT) del Giappone affronteranno il tema dell'alloggio sociale nell’area metropolitana di Tokyo. Il gruppo parteciperà ad un viaggio di studio in Giappone e seguirà una serie di seminari organizzati dal TIT. L'attività di analisi delle aree di progettazione e di sviluppo dei progetti avrà inizio in Giappone con un workshop intensivo di 10 giorni e si perfezionerà a Mendrisio durante cinque settimane di atelier. Le critiche finali si terranno presso il Padiglione della Svizzera durante la 14 Mostra Internazionale di Architettura a Venezia.

Crediti

7,5 ECTS

22 luglio–
2 agosto
2014

Workshop a Tokyo

4 agosto
31 agosto
2014

Workshop a Mendrisio

1 settembre–
7 settembre
2014

Workshop a Venezia

Visite

Tsukiji Fish market
Ginza
Maison Hermes – Renzo Piano
Swatch Flagship store – Shigeru Ban
Mikamoto Ginza – Toyo Ito
NISSAY theatre – Togo Murano
Capsule Hotel – Kisho Kurokawa
Watari-um Gallery – Mario Botta
Tower house - Takamitsu Azuma
Omotesando
TIT Campus
TIT Centennial Hall – Kazuo Shinohara
TIT Library - Yasuda Koichi Laboratory + AXS SATOW INC.
Auditorium, Tokyo Institute of Technology Yoshiro Taniguchi
UR Research Institute
Steel House – Nosaku Fuminori
House in Gotanda – Go Hasegawa
House in Kyodo – Go Hasegawa
Atelier + house Bow Wow – Atelier Bow Wow
Inomata House – Isoya Yoshida
Machiya in Daita – Kazunari Sakamoto
House SA - Kazunari Sakamoto
Masayuki Kurokawa office
Shinonome Danchi – Kengo Kuma, Toyo Ito, Riken Yamamoto





Visite ai siti

Takashimadaria Danchi
Toshima Go-chome Danchi
Akabanedai Danchi
Kitasuna Go-chome Danchi
Ojima Yon-chome Danchi
Mogusa Danchi
Shinonome Canal Court CODAN
Takahatadai Danchi
Kohoku Roku-chome Danchi
Harumi Danchi
Kita Aoyama San-chome Shigaichi Jutaku
Kibakoen Miyoshi Jutaku
Townhouse Suwa
Hanahata Danchi
Fujimidai Danchi

Conferenze

A brief history of Housing policy in Japan – Toshio Otsuki
History of CODAN housing Design – Yoko Kinoshita
WISH: design experiences – Martino Pedrozzi
UR: a brief history – UR Research Institute
History of Shinonome Danchi - UR Research Institute
Lecture by Masayuki Kurokawa
Lecture “Project for the pleasure of reason” by Martino Pedrozzi

Impressum

WISH
è un progetto
dell’Accademia di Architettura,
Mendrisio

Diretto da

Martino Pedrozzi

Assistente

Andrea Nardi

Partners

Tsukamoto Yoshiharu, TIT professor
Nosaku Fuminori, TIT assistant
Go Hasegawa, AAM visiting professor

Local support

Sho Kurokawa

Guest Critics

Tsukamoto Yoshiharu
Nosaku Fuminori
Go Hasegawa
Mario Botta
Raphael Zuber
Sebastiano Brandolini
Sho Kurokawa

Edizione 2014

In collaborazione
con con il Tokyo Institute
of Technology,
Japan.